Le stufe elettriche o a combustibile sono diffusi strumenti di riscaldamento, ma è preferibile ricordare alcuni aspetti del loro uso.
Con l’arrivo dell’inverno e delle basse temperature le bollette di gas ed energia elettrica tornano ad essere una preoccupante incognita per milioni di cittadini, che cercano di trovare giornalmente le migliori strategie per risparmiare ma garantendosi, al contempo, servizi e beni essenziali.
Il riscaldamento, ad esempio, potrebbe costituire una voce di spesa non indifferente. Oltre alle stufe tradizionali e ai termosifoni, l’alternativa rappresentata dalle stufe portatili è degna di essere considerata per la stagione fredda oppure no? Comprare ed utilizzare una stufa portatile consente davvero di risparmiare in modo evidente sulla bolletta? Di seguito faremo luce a riguardo, per cercare di capire come riscaldarsi, spendendo meno. I dettagli su stufe elettriche e a combustibile.
C’è un punto essenziale da conoscere: l’alternativa delle stufe elettriche si suddivide in dispositivi a corrente elettrica e dispositivi a combustibile. Entrambe rappresentano una soluzione che può sostituire il classico riscaldamento, pur con alcune precisazioni.
Le stufe elettriche, in particolare, sono alimentate da una spina collegata alla rete elettrica domestica, e sia che si tratti di stufe ad irraggiamento (calore diffuso tramite raggi infrarossi), sia che si tratti di stufe a convezione (calore diffuso tramite una resistenza elettrica, tipica dei cd. termoventilatori), si tratta comunque di strumenti per il riscaldamento non tipicamente ‘economici’.
Infatti in ambo i casi le stufe assorbono molta energia per l’utilizzo, avendo di solito una potenza massima sui 2000 W per i termoventilatori e 1500 W per quelle a irraggiamento. Tuttavia c’è da di ricordare che il potere di generare calore di questi strumenti, abbinato ad uso oculato e mirato, consentono potenzialmente al privato cittadino ed alla sua famiglia, di renderle convenienti in alcune situazioni, rispetto alla classica accensione dei termosifoni. Quest’ultima infatti espone a bollette energetiche, in proporzione, più alte.
Le stufe a combustibile sono strumenti di riscaldamento che funzionano con regole differenti. Infatti esse producono calore bruciando elementi come la paraffina o il Gpl. Rispetto a quelle elettriche riescono in minor tempo a riscaldare, ma rilasciano nell’ambiente sostanze inquinanti, seppur in misura ridotta.
Funzionando a combustibile, e dunque con una fiamma, impongono peraltro una certa cautela in chi le utilizza. Preferibile tenerle lontane da oggetti che possono prendere fuoco facilmente, come divani, letti e tende.
E, se è vero che non vanno collegate ad una canna fumaria, è altrettanto vero che danno luogo a residui di combustione che imporrebbero di posizionarle in spazi della casa con finestre in prossimità e una certa facilità di ricambio dell’aria. Altro effetto collaterale è dato dall’umidità nell’aria che le stufe a combustibile possono generare, con il rischio della formazione di muffe nell’ambiente domestico.
Di fatto la scelta tra stufe a combustibile, stufe elettriche o sistemi centralizzati si lega a fattori come le esigenze individuali, la disponibilità di energia e i costi in gioco. Talvolta le offerte sulle bollette potrebbero rendere tutto sommato più conveniente o comodo l’utilizzo dei termosifoni rispetto alle stufe, ma è vero anche che l’adozione di pratiche di efficienza energetica nella propria casa può contribuire a ridurre i costi complessivi di riscaldamento.
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