Cos’è la TARI e come viene stabilita dal singolo Comune? Quando va in prescrizione? Le risposte nella nostra guida sintetica.
La TARI non è di certo una tassa sconosciuta ai cittadini. Essa altro non è che la tassa sulla spazzatura, aumentata negli ultimi tempi e quantificata in base agli immobili utilizzati e ai rifiuti prodotti.
In Italia c’è da circa un decennio ed è una voce di spesa che se da un lato alimenta le entrate pubbliche, dall’altro è una tariffa locale soggetta alla discrezionalità delle regole del Comune di residenza.
Vediamo di seguito qualche ulteriore dettaglio sulla TARI e quando scatta la prescrizione.
Come spiega il sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze, la tassa sui rifiuti TARI consiste nel tributo mirato a finanziare i costi necessari al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e va pagata da chiunque possieda o detenga – a qualsiasi titolo – locali o aree scoperte in grado di produrre i rifiuti stessi.
Pertanto la TARI andrà versata da tutti i proprietari o utilizzatori di immobili, locali e aree scoperte a qualsiasi uso adibiti, produttrici di rifiuti urbani – anche prime case.
In estrema sintesi, la TARI è formata:
Il calcolo delle tariffe TARI considera aree e quantità di rifiuti prodotti o qualità di rifiuti per unità di superficie, in rapporto ad usi e tipologia delle utenze e alla spesa del servizio sui rifiuti. Come si può intuire dunque, il suo calcolo è complesso ed articolato e punto di riferimento normativo, per stabilire la tariffa TARI, è rappresentato dal Dpr 158/1999.
Da notare altresì che lo scorso anno sono state pubblicate nuove linee guida alle quali i Comuni devono uniformarsi per il calcolo della TARI. In particolare ciascun Comune predispone la propria tariffa con delibera del Consiglio, fondata sui costi individuati e classificati nel piano finanziario, redatto dal gestore del servizio.
In ogni caso i regolamenti comunali sul calcolo della TARI devono sempre applicare il principio di proporzionalità, senza gravare i cittadini del Comune con somme troppo elevate – esponendosi altrimenti al rischio di reclamo ed eventuale rimborso.
Il pagamento della TARI va in prescrizione dopo 5 anni, a cominciare dall’anno posteriore a quello di imposta, vale a dire l’anno in cui la tassa sui rifiuti avrebbe dovuto essere pagata.
La TARI è dunque soggetta al termine breve, in deroga alla regola secondo la quale i crediti tributari in via generale sono soggetti alla prescrizione ordinaria di 10 anni. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, con l’ordinanza 17234 del 15 giugno di quest’anno.
Ricordiamo infine che le modalità di pagamento della TARI sono fissate da ogni Comune. Di solito occorre pagare con il modello F24, con MAV, oppure con il bollettino postale.
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