Tante sono le novità del 2024 per i cittadini e le cittadine in merito all’Assegno Sociale. Ecco che cosa cambia e a chi spetta: tutti i dettagli.
Alcuni contribuenti italiani, seppur lavorando, potrebbero arrivare all’età pensionistica di 67 anni senza aver maturato abbastanza i contributi. In questo caso specifico, l’INPS eroga l’assegno; ma per richiederlo è importante che ci siano alcuni requisiti.
L’Assegno Sociale è una misura nata a sostegno di quelle categorie di persone che non hanno mai lavorato e quindi non si sono mai ritrovati a versare i contributi; parliamo di casalinghe e caslinghi, caregiver e altre figure che rientrano nelle regole stabilite dalla Legge Fornero.
È in pratica l’ex pensione sociale che venne istituita con la Legge 153/1969, solo nel 1996 l’incentivo prese il nome come lo conosciamo oggi. La misura viene erogata solo nel caso in cui il cittadino o la cittadina presenta un determinato quadro reddituale e ha 67 anni compiuti. È necessario sottolineare che non ci sono differenze tra uomini e donne.
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L’assegno sociale spetta a coloro che hanno compiuto 67 anni e non hanno maturato i 20 anni minimi di contributi. È importante che ci sia la cittadinanza italiana o di un paese europeo o extracomunitati con permesso di soggiorno; che si abbia la residenza in Italia e il soggiorno stabile e continuativo in Italia da almeno dieci anni; che si viva in condizioni economiche difficili.
Proprio in merito all’ultimo punto è importante specificare che l’assegno spetta a quei soggetti non coniugati che hanno un reddito massimo annuale di 7.115,29 euro; mentre per i soggetti coniugati il reddito deve essere non superiore a 14.897,22 euro. Nel caso in cui il reddito personale superi i 6.947,33 euro e 13.894,66 euro col coniuge, l’assegno viene erogato in modalità ridotte.
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Per quanto riguarda la somma che spetta agli aventi diritto nel 2024, questo è di 534,40 euro erogati per 13 mesi. C’è da aggiungere che questo importo aumenta dopo che il beneficiario ha compiuto i 70 anni di età. La misure, inoltre, è nota anche con il nome di “incremento al milione” ed è rivolta anche ai pensionati non coniugati e senza reddito, in misura parziale ai pensionati coniugati.
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