L’Agenzia delle Entrate sta per inviare migliaia di avvisi bonari per delle anomalie riscontrate: cosa sta succedendo.
Tantissimi contribuenti stanno ricevendo in questi giorni gli avvisi bonari da parte dell’ente nazionale per alcuni errori nelle dichiarazioni dei redditi relative all’anno di imposta 2020. Nel corso del 2024, secondo le idee dell’Agenzia delle Entrate, saranno inviate 3 milioni di lettere di compliance ai contribuenti, che avranno l’obiettivo di ridurre l’evasione fiscale.
I cittadini italiani che riceveranno questa comunicazione saranno davvero tanti, ed è per questo motivo che diventa importantissimo capire chi riceverà gli avvisi e come comportarsi una volta ricevuto questa comunicazione.
Si ricordi che gli avvisi bonari sono comunicazioni con la quale l’ente vuole comunicare ai contribuenti che, dai controlli eseguiti sulle dichiarazioni, si sono evidenziate delle discrepanze tra quanto dichiarato e le informazioni in possesso dell’Agenzia.
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L’Agenzia delle Entrate esegue sempre controlli automatici sulle dichiarazioni dei redditi al fine di evidenziare errori di calcolo o errori nella valutazione di deduzioni/detrazioni. Dal momento in cui si segnala un elemento errato, dove il contribuente doveva versare una imposta più alta o comunque aveva diritto a minori detrazioni/deduzioni, si passa all’avviso bonario.
Gli avvisi bonari per discrepanza tra quanto dichiarato e i dati in possesso all’Agenzia delle Entrate si riferiscono: ai redditi da lavoro autonomo, da lavoro dipendente e assimilati, derivati da contratti di locazione non dichiarati. In tanti casi, gli avvisi invitano il contribuente a presentare una dichiarazione integrativa/correttiva tramite il modello precompilato messo a disposizione.
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Nelle lettere di compliance inviate dall’Agenzia non è presente all’interno l’esatta indicazione dell’anomalia riscontrata. Qui si parla di un avviso bonario sintetico in cui è presente una generica descrizione delle anomalie, la maggiore somma da versare e la dichiarazione integrativa precompilata con le somme da versare e l’applicazione di sanzioni ridotte.
In caso di ricezione dell’avviso, il contribuente può raccogliere l’invito dell’Agenzia a integrare la dichiarazione e versare le maggiori imposte (con sanzioni), oppure iniziare una sorta di comunicazione con l’ente nella quale si mostra l’intenzione di confermare i dati forniti. Il contribuente può chiedere la rettifica dei dati in possesso dell’Agenzia, può fornire chiarimenti sulla posizione e presentare documenti a supporto della sua posizione. Per svolgere tale attività ha 30 giorni di tempo per recarsi presso un ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate o utilizzare il canale telematico Civis.
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