Scatta la paura contagi dopo un raro caso di peste bubbonica recentemente identificato negli Stati Uniti, secondo le autorità sanitarie locali: ecco che cosa sapere.
Il paziente infettato, che risiede nella contea di Deschutes, nell’Oregon, è in cura ed è stato probabilmente contagiato dal suo gatto. La malattia, che ha provocato la Peste Nera, una pandemia che nel Medioevo uccise circa un terzo della popolazione europea.
Proprio per via dei tanti morti in epoca medievale, la peste bubbonica è stata soprannominata “morte nera”. Dal 1347, fino ai cinque anni successivi, la malattia contagiò tutta la popolazione del vecchio continente, dalla Russia al Mediterraneo, passando per la Scandinavia. È un virus diffuso dai ratti e dalle scarse condizioni igieniche. Attualmente la peste è rara nei paesi sviluppati e può essere curata. Tuttavia rimane potenzialmente pericolosa.
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Peste bubbonica: cause, sintomi e cura
Secondo le autorità e gli esperti, i sintomi della peste negli esseri umani compaiono fino a otto giorni dopo il contagio. Questi possono includere febbre, nausea, debolezza, brividi o persino dolori muscolari. La peste bubbonica, che rimane la più comune, è caratterizzata da febbre alta, respiro corto, tosse e gonfiore con dolore dei linfonodi.
La peste può colpire gravemente i polmoni ed è fondamentale agire rapidamente in maniera farmacologica, in quanto potrebbe causare morto entro 48 ore. Questa specifica forma di malattia può trasmettersi da uomo a uomo e il contagio avviene attraverso l’aria, mente quella bubbonica non si trasmette da un soggetto all’altro. La peste polmonare è la forma più grave della malattia e si verifica quando i batteri entrano nei polmoni.
La peste viene curata con gli antibiotici che in genere sono disponibili nell’arsenale presente negli ospedali. Grazie agli antibiotici la mortalità dovuta alla pesta si è ridotta in maniera notevole, si parla da circa 2 o 3 pazienti infetti a un decimo. Come già anticipato, il trattamento deve essere necessariamente tempestivo ed entro e non oltre le 24 ore dalla comparsa dei primi sintomi.
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Proprio per garantire una massima tempestività è fondamentale una diagnosi precoce e i pazienti devono essere isolati in maniera rigorosa, questo perché potrebbero essere potenzialmente contagiosi. Tutti i contatti della persona malata devono essere controllati e sorvegliati a vista.