Al supermercato ci sono confezioni con quantità più basse ma prezzi inalterati o più alti: tutto sui marchi che hanno preso questa decisione.
Il potere d’acquisto dei consumatori italiani si è ridotto considerevolmente, e la nuova politica intrapresa da tanti marchi mondiali non aiuta affatto. Al supermercato, infatti, si possono trovare gli stessi prodotti di sempre ma con una quantità ridotta ad un prezzo invariato o aumentato.
Questo processo deriva dal fenomeno chiamato shrinkflation, termine inglese che significa: ridurre (shrink) e inflazione (inflation). Tale pratica porta i produttori di beni di largo consumo a ridurre le dimensioni ed il peso dei prodotti per mascherare l’incremento dei prezzi.
Nonostante il prezzo resti invariato, il consumatore ottiene una quantità più bassa del prodotto acquistato. La riduzione può interessare il contenuto di una confezione, l’intera confezione o i servizi offerti. Per questo motivo, le associazioni dei consumatori italiani hanno denunciato questa pratica: vediamo cosa sta accadendo.
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La pratica dello shrinkflation coinvolge tanti prodotti presenti nel supermercato, con una spiccata tendenza sui bagnoschiuma. Molti marchi hanno ridotto la quantità di prodotto all’interno dei flaconi di dimensioni maggiori. In passato, la quantità era di 750 ml, ma ora si è ridotta a 650 ml. La tendenza non si riscontra nei formati più piccoli, compresi tra i 200 e i 300 ml.
Un altro esempio è il detersivo per piatti Nelsen, che segnala una riduzione della confezione da 1 litro a 850 ml. Ad affiancare la riduzione della quantità del prodotto, un aumento del prezzo al litro del 53% passando da 1,67 euro a 2,55 euro. Nonostante la riduzione, il dosaggio consigliato resta invariato.
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Le dinamiche di questo fenomeno sfociano anche nel settore alimentare e in quello delle birre confezionate. Ad esempio, la Peroni Nastro Azzurro è passata da una bottiglia di 66 cl ad una di 62 cl, con un aumento del prezzo del 18% portando il costo a 2,71 euro al litro. Una situazione simile si è verificata anche per le lattine Tennent’s Super, passate da 50 a 44 cl con un aumento del prezzo al litro del 21%. Identica riduzione per le lattine Becks ma l’aumento del prezzo al litro si è attestato al 28%.
Un altro esempio riguarda gli yogurt greci della linea Delta (Yomo) e di Fage passati da 170 a 150 grammi, con un aumento del prezzo al chilo del 30% per Delta e del 65% per Fage. Alcuni supermercati propongono un formato da 250gr in alternativa a quello da 325gr.
Infine, anche gli affettati confezionati sono stati segnati da questo fenomeno. Le variazioni si sono registrare nel peso del prosciutto cotto a marchio Aia, Rovagnati, Citterio e Vismara con conseguente aumento dei prezzi.
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