Una delle domande più fatte dagli italiani, soprattutto quelli più giovani, è quando si andrà in pensione: ecco le nuove mappe.
In moltissimi si domandano quando potranno finalmente lasciare la loro attività professionale e godersi il meritato riposo. Nel corso degli anni, però, questa situazione è cambiata per via di un settore che discute e fa dividere l’opinione pubblica.
Ogni lavoratore ha i suoi tempi pensionistici i nbase all’anno di nascita e all’età alla quale si è iniziato a rilasciare i contributi, la netto di pause contributive o di riscatti. Il Corriere della Sera ha fatto una simulazione del Pensionometro per sapere quando si andrà in pensione. È un modo per riuscire ad avere una stima generale sia del momento in cui lasciare il lavoro che del valore dell’assegno che verrà riconosciuto.
Il quadro evidenziato è per i lavoratori e le lavoratrici che hanno una certa continuità lavorativa. In ogni caso, la stima effettuata è relativamente “semplice”, quindi è bene sottolineare che si tratta di uno scenario che potrebbe essere diverso a seconda dei profili professionali. Il consiglio è sempre quello di avere consapevolezza delle normative vigenti in materia.
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Pensione, le ultime stime su lavoratori e lavoratrici
La maggioranza della popolazione andrà in pensione tra i 60 e 68 anni in base alle norme attualmente in corso. A differenza di quanto si spera, difficilmente l’età si abbasserà negli ultimi anni, tanto che qualcuno potrebbe lasciare il proprio lavoro addirittura anche oltre i 70 anni.
Riguardo ai lavoratori dipendenti il rapporto tra pensione e reddito dipende dall’inizio dell’attività lavorativa e quella di pensionamento. Per chi ha iniziato a lavorare presto ed è vicino all’età pensionabile, l’assegno può essere raggiunto l’80% del valore della retribuzione; per i più giovani che hanno iniziato a lavorare più tardi, la percentuale scende al 60%.
In merito al valore della pensione per le lavoratrici dipendenti è simile a quello dei loro colleghi, dove appunto i tassi oscillano tra il 60% e l’80%, proprio come gli uomini. Le differenze dipendono solamente in base alle diverse età di pensionamento. Il requisito per avere la pensione anticipata è di un anno inferiore (41 anni e 10 mesi per le donne; 42 anni e 10 mesi per gli uomini).
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Riguardo ai lavoratori autonomi il valore della pensione varia tra il 50% e l’80%: questo perché il lavoratore non dipendente versa meno contributi. Quindi per questo l’assegno sarà più scarso. La stessa percentuale riguarda le lavoratrici autonome, le quali hanno un valore che oscilla tra i 50% e il 75%. Soprattutto per i giovani autonomi, il consiglio è quello di pensare a una pensione integrativa.