Gli esponenti sanitari sono molto preoccupati per un’epidemia scoperta di recente. L’allarme è stato lanciato dopo i primi decessi.
Dopo la pandemia mondiale per l’avvento del Covid-19 è emersa un’altra epidemia che preoccupa i vertici della sanità e si sta espandendo in Europa.
L’allarme è stato lanciato dai funzionari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a seguito del decesso di cinque cittadini europei per la clamidia aviaria. Questi casi hanno portato l’OMS ha sottolineare un aumento insolito di persone che contraggono la psittacosi in Germania, Svezia, Paesi Bassi, Austria e Danimarca.
La malattia, molto simile ad una forte influenza, viene definita come “malattia del pappagallo” ed è causato da un tipo di clamidia diffusa dagli uccelli a causa di un batterio chiamato Chiamydia psittaci.
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Cinque decessi in Europa per la psittacosi, è allarme: cosa sta accadendo
Gli ultimi dati dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito hanno evidenziato i quattro casi di psittacosi confermati da un laboratorio inglese nel 2023. Questa malattia genera sintomi lievi come mal di testa e tosse ma può anche evolvere in polmonite grave e meningite. Può essere particolarmente problematica per le persone anziane o immunocompromesse.
L’OMS ha specificato che al momento sono gli uccelli a trasmettere la malattia, mentre non ci sono alcune indicazioni sulla diffusione tra gli essere umani sia a livello nazionale che internazionale. In genere, le persone non diffondono i batteri che causano la psittacosi, riducendo di molto le probabilità di trasmissione da persona a persona.
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I vertici sanitari hanno consigliato ai proprietari di uccelli domestici, delle specie più a rischio, di mantenere le gabbie pulite ed evitare il sovraffollamento. I lavoratori che sono spesso a contatto con uccelli potenzialmente infetti, come i veterinari e i dipendenti di negozi di animali, dovrebbero mantenere una buona igiene delle mani.
Oltre ai 4 casi confermati nel Regno Unito, c’è da segnalare un altro decesso nei Paesi Bassi, nazione che ha registrato il doppio dei casi rispetto agli anni precedenti. Tra le altre nazioni segnalate dall’OMS, l’Austria ha registrato 14 casi confermati nel 2023.
Insomma, la situazione in merito a questa malattia continua ad essere sotto osservazione generando più di qualche preoccupazione. La minaccia è presente ma con le giuste precauzioni potrà essere respinta, così da evitare la nascita di una nuova destabilizzante epidemia.