L’Assegno di Inclusione può decadere a seguito di un determinato errore. Cosa sapere per gestire il sussidio senza problemi.
L’Assegno di Inclusione è una misura che spetta a tantissimi italiani. I percettori sono chiamati a rispettare obblighi e regole che disciplinano la richiesta e la gestione del sussidio. Per questo motivo può capitare che il beneficio decada in assenza del mancato rispetto dei criteri imposti.
Chi è in attesa dell’Assegno di Inclusione, nonostante la domanda inviata settimane fa, deve sapere che il mancato arrivo potrebbe dipendere dalla non sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale. Il solo invio della richiesta di accesso al sussidio non è sufficiente per ricevere l’importo stabilito.
I richiedenti hanno l’obbligo di firmare il PAD tramite la piattaforma SIISL, impegnandosi in un accordo che ha come finalità l’inserimento lavorativo o sociale. Il mese successivo alla sottoscrizione del Patto arriverà la Carta di Inclusione, sempre che tutti i criteri reddituali e patrimoniali siano rispettati.
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I motivi che portano alla decadenza dell’Assegno di Inclusione
La misura sarà sospesa non firmando il Patto di Inclusione o il Patto di servizio personalizzato, non partecipando alle iniziative formative e di riqualificazione o alle iniziative di politica attiva del lavoro. L’Assegno di Inclusione decade anche se non si frequenta il percorso di formazione per adulti di primo livello per adempiere alla scuola dell’obbligo o non accettando un’offerta di lavoro considerata idonea.
Se la revoca passa per una delle circostanze citate si potrà eseguire nuovamente la domanda di sussidio dopo sei mesi dalla decadenza. Passando alla compatibilità con il lavoro, l’AdI potrà essere percepita in caso di inizio di un’attività lavorativa autonoma o subordinata solo informando l’INPS della situazione attraverso il modello Adi-Com. Si hanno a disposizione trenta giorni in caso di lavoro dipendente mentre la comunicazione dovrà essere fatta entro il giorno precedente l’inizio dell’attività autonoma.
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Il lavoro è compatibile se si rispettino le soglie reddituali previste. Mentre si perderà il sussidio in caso di lavoro a nero, con la restituzione delle somme ricevute illegittimamente, e per chi non comunica eventuali significative variazioni della composizione del nucleo familiare.