Ci sono polemiche in merito all’importo del bonus acqua potabile: ecco a quanto ammonta e di quanto è stato ridimensionato.
La percentuale del credito di importo in merito all’incentivo per l’acqua potabile per i costi sostenuti tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023 è stato comunicato dall’Agenzia delle Entrate. Una cifra che ha creato diversi malumori.
Il bonus acqua potabile è un incentivo fiscale introdotto con l’obiettivo di ridurre il consumo delle bottiglie e contenitori di plastica, spingendo in questo modo la popolazione a usare l’acqua del rubinetto. Il credito di imposta poteva essere richiesto dai cittadini italiani per una spesa minima di 1000 euro per una unità immobiliare o di 5000 euro per un immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale.
Per aver accesso al beneficio dell’acqua potabile bisognava inviare la domanda tra il 1 e il 28 febbraio 2024, tuttavia l’agevolazione è stata riconosciuta nei limiti delle risorse disponibili. Questo ha portato quindi a un ridimensionamento dei rimborsi.
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La misura del bonus acqua potabile prevede un credito di imposta pari al 50%. E per l’anno 2023 il governo ha messo a disposizione 1,5 milioni di euro in totale, una somma ritenuta esigua visto il numero di domande inviate. Le richieste arrivate in queste settimane sono state talmente numerose che l’importo del rimborso è scarso.
In base al conteggio delle richieste presentate è stata stabilita di conseguenza la percentuale di credito. Le domande hanno generato un calcolo di un incentivo complessivo richiesto di 23.255.702 euro, ma le risorse disponibili, come detto, sono di 1,5 milioni di euro. Questo vuol dire che le percentuali del rimborso fruibile sono di 6,45% del credito richiesto.
In pratica, come si può ben ipotizzare, i fondi erogati dal governo sono troppo pochi per far fronte alle richieste. Ciò ha portato quindi a un drastico taglio del bonus fiscale. Basta fare semplicemente un esempio per capire la questione: per ogni immobile il beneficio poteva essere richiesto dalle famiglie solo per coprire una spesa minima di 1000 euro per i quali era possibile chiedere un credito di imposta di 500 euro, pari quindi al 50%.
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In merito all’importo richiesto però è stato riconosciuto solamente il 6,45% e quindi si avrà 32,25 euro di rimborso. Dunque parliamo di una cifra molto al di sotto delle aspettative iniziali da parte delle famiglie che hanno dovuto affrontare una spesa di minimo mille euro.
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