Sono in molti a sottovalutare o non conoscere i segnali d’allarme della demenza senile eppure sono importanti per agire con tempestività: ecco quali sono.
Quando si perde la facoltà cognitiva ci dovrebbero essere dei segnali da tenere sotto controllo, anche perché spesso e volentieri la perdita della memoria e le dimenticanze varie non descrivono perfettamente una stato di degenerazione cognitiva che colpisce le persone.
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Una malattia neurodegenerativa causa non solo malessere fisico, ma anche psicologico, soprattutto quando la persona in questione si rende conto che qualcosa non sta funzionando più come prima e per questo motivo è importante conoscere le prime avvisaglie per intervenire e rallentare la malattia prima che sia troppo tardi.
La demenza senile colpisce soprattutto gli anziani in età avanzata e si esprime attraverso una irreversibile e graduale riduzione delle facoltà cognitive. Le cause non sono del tutto note, ma ad oggi si possono distinguere diversi tipi: la demenza vascolare, la demenza di Alzheimer e la demenza a corpi di Lewy.
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Demenza senile, come riconoscere la malattia
In generale, possiamo dire che i tipi di demenza hanno delle caratteristiche simili. Le persone affette da questa malattia coprono una fascia d’età superiore ai 65 anni. I sintomi della demenza senile si acuiscono nel corso del tempo e tendenzialmente si dividono in tre stadi.
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Il primo stadio è l’esordio ed è il momento in cui si iniziano a registrare i primi sintomi del deterioramento cognitivo. Durante questo periodo si verificano i disturbi della memoria, come amnesie e dimenticanze. Si tratta di disturbi frequenti e ricorrenti nel corso della giornata.
Alle volte durante la prima fase vengono registrati dei mutamenti nelle abitudini alimentari e nella personalità. A questo si aggiungono anche le difficoltà nel ragionamento, nel linguaggio, nella comprensione e nelle capacità di calcolo. Iniziano a farsi presenti anche una mancanza di vitalità e apatia.
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Nello stadio intermedio c’è una recrudescenza dei sintomi della prima fase a cui si aggiunge una instabilità emotiva. Si verificano in questo periodo anche disorientamento e confusione della persona, oltre ai vari problemi visivi durante la quotidianità.
Il terzo stadio è avanzato ed è il momento in cui l’individuo diventa prigioniera di se stessa, dove le capacità cognitive sono compromesse definitivamente. In questa fase si perde l’autonomia completamente e non si è più autosufficienti.