In molti si chiedono se veramente il miele non scade mai oppure se è una convinzione leggendaria: ecco a che cosa si riferisce la data presente sull’etichetta.
A tutti è capitato avere in dispensa un barattolo di miele che si è cristallizzato o ha cambiato colore. Tuttavia, prima di prendere e buttarlo via è bene aspettare perché potrebbe essere ancora buono.
Il miele è un alimento naturale al 100% che non è soggetto da additivi, coloranti, conservanti o altro. L’unica manipolazione che potrebbe aver subito è l’eventuale miscelazione con altri tipi di miele. Può essere conservato indefinitamente in un barattolo di vetro o in un contenitore di plastica.
Da millenni il miele è riconosciuto per le sue molteplici virtù: è antisettico e antinfiammatorio; lenisce sinusite, mal di gola, tosse e altre condizioni respiratorie; regolarizza l’intestino; può essere applicato per guarire le ferite; idrata la pelle e i capelli. Proprio come si dice, il miele non ha una scadenza, ma ci sono delle cose da sapere.
LEGGI ANCHE -> Alimentazione, mangiare aglio e miele fa bene alla salute? Le conseguenze che non ti aspetteresti mai
Miele non scade: ecco quando è andato a male
La data presente sull’etichetta del miele è il termine minimo di conservazione (TMC) che in genere viene espresso con la consueta dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”. L’arco temporale è piuttosto lungo e il tempo a cui si fa riferimento va da 18 mesi ai 2 anni, ma solo se viene conservato nelle condizioni favorevoli che non lo portano a un deterioramento.
Gli elementi che possono portare il miele a cambiare sapore sono il calore, l’umidità e la luce diretta, per questo è importante conservarlo in un luogo asciutto, che non generi il processo di deperimento. Tuttavia, il miele potrebbe presentare dei “difetti estetici” che potrebbero implicare delle alterazioni.
È bene fare attenzione quando nel vasetto ci sono delle striature bianche, perché vuol dire che si è verificato il fenomeno della marezzatura, dove le parti di glucosio si sono disidratate nel tempo perché sono venute a contatto con l’aria. Tuttavia, tali macchie non comportano però un deterioramento perché l’alimento è commestibile al 100%.
Le cose sono diverse quando avviene la fermentazione perché il miele va a male. In questo caso, i lieviti naturali si sono sviluppati e hanno formato sulla superficie una schiuma e rendendo l’odore piuttosto acetoso. La presenza di troppa umidità o troppo caldo generano questo processo, per questo motivo è importante fare attenzione.
LEGGI ANCHE -> Marmellate, miele e succhi di frutta, cambia tutto: attenzione alle etichette
Un occhio attento bisogna mantenerlo anche sulla separazione di fasi, nel caso in cui si accorge che all’interno del vasetto c’è una sorta di divisione in due strati, dove la parte cristallina è in basso e ai lati si nota la parte liquida. In questo caso, potrebbe dire che il miele è stato esposto a temperature maggiori.