Si può lavare l’auto nel cortile condominiale? La risposta si lega a diversi fattori: cosa sapere per non rischiare alcuna sanzione.
Il lavaggio dell’auto è fondamentale per poter guidare un veicolo assolutamente in ordine e in linea con le proprie esigenze. Ci sono luoghi preposti al lavaggio della macchina, ma per qualcuno potrebbe essere favorevole procedere nel cortile condominiale. Questa situazione è alquanto complessa perché dipende da vari fattori.
I fattori sul possibile lavaggio dell’auto nel cortile condominiale si legano alle regolamentazioni locali e alle regole del condominio in cui si vive. Tali elementi devono essere conosciuti per evitare liti con gli altri condomini e per questo sono in tanti a chiedersi se sia permesso usare gli spazi comuni per pulire la macchina. Entriamo nel merito per capire il regolamento condominiale e se è possibile procedere.
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Lavaggio auto: cosa stabilisce il regolamento condominiale
Se all’interno del regolamento del condominio si vieta di lavare l’auto o comunque se si svolgono attività in cui si finisce per sporcare il suolo condiviso non si può procedere. Inoltre è vietato utilizzare l’acqua dello stabile per questa attività. Le aree condominiali possono essere usate da tutti i residenti dello stabile ma il cortile, anche se ospita un parcheggio per le auto, non può diventare un autolavaggio.
Di solito il regolamento condominiale può avere all’interno il divieto di svolgere determinate attività e la responsabilità di farlo rispettare riguarda l’amministratore. In alcuni casi però potrebbero esserci delle regole specifiche che si riferiscono al lavaggio dell’auto nelle zone comuni, ad esempio delle fasce orarie in cui procedere o fornendo un tempo limite per ciascun condomino.
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Se all’interno del regolamento non c’è alcuna sezione dedicata a questa attività, il riferimento diventa l’articolo 1102 del Codice Civile che regola l’uso di aree condivide del condominio, consentendo a ciascun condomino di utilizzarle in base alle proprie esigenze, purché non modifichi la destinazione d’uso e l’utilizzo non causi danni o comprometta la stabilità e il decoro della struttura.
La sentenza n. 12873 della Cassazione del 16 giugno 2005 si affianca a quanto stabilito dal Codice Civile. Quanto stabilito dalla Corte di Cassazione evidenzia che il diritto di usufruire delle parti comuni non implica un uso contemporaneo da parte di tutti i condomini. Ad ogni modo, è sempre consigliato chiedere il consenso agli altri condomini per evitare problemi.