Nel 2025 verranno applicati nuovi metodi di calcolo delle pensioni? Ecco come raggiungere un importo dai 1.000 ai 2.000 euro al mese.
Una delle preoccupazioni più diffuse tra i lavoratori è riuscire a maturare un assegno pensionistico dignitoso. Negli ultimi anni, purtroppo, i trattamenti si sono ridotti drasticamente, a causa dei nuovi metodi di calcolo.
Le pensioni contributive sono decisamente più penalizzanti rispetto a quelle determinate secondo il sistema retributivo o misto. Di recente, inoltre, c’è stato l’adeguamento dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo, che sarà attivo a partire dal 1° gennaio 2025. Questo significa che, dal prossimo anno, gli importi saranno più bassi.
La modifica è stata apportata in ragione dell’aumento della vita media della popolazione italiana. Quest’ultima determina sia una crescita dell’età pensionabile sia un taglio dei coefficienti, in modo tale che lo Stato, dovendo pagare l’assegno ai pensionati per più anni, riduca le spese. Ma vediamo come percepire pensioni fino a 2 mila euro al mese nel 2025.
I coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione dipendono dall’età in cui si esce dal mondo del lavoro; sono, in pratica, più favorevoli con l’avanzare della vecchiaia.
Per maturare un assegno previdenziale di 1.000 euro mensili, con 67 anni di età e 20 di contributi, saranno necessari almeno 232 mila euro di versamenti, ossia un coefficiente di 5,608%. Fino al 2024, invece, bastavano circa 227 mila euro (coefficiente del 5,723%).
Per assegni più ricchi, di 1.500 o 2 mila euro al mese, sono necessari montanti più elevati. Attualmente, per ottenere 1.500 euro al mese con 67 anni di età, sono richiesi 345 mila euro di versamenti, mentre una pensione da 2 mila euro al mese necessita di 445 mila euro di montante contributivo. Ma, nel 2025, serviranno almeno 480 mila euro di montante per ricevere 2 mila euro al mese.
Ricordiamo, infine, che per le pensioni anticipate sono previsti ulteriori limiti. In particolare, per smettere di lavorare a 64 anni di età, la legge impone la maturazione di un trattamento pari almeno a tre volte l’Assegno sociale, oppure pari a 2,8 o 2,6 volte, nel caso di donne con figli.
Per la pensione di vecchiaia contributiva, invece, serve un importo non inferiore all’Assegno sociale. Il problema principale delle pensioni anticipate contributive è la penalizzazione, per mezzo della quale potrebbero essere esclusi tantissimi lavoratori. Arrivare a percepire un assegno di 1.500 euro al mese, infatti, potrebbe diventare quasi impossibile e 20 anni di contributi rischierebbero di non essere sufficienti.
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